
Quando si parla delle principali sfide che coinvolgono le aziende del settore agroalimentare italiano, si fa riferimento a quattro concetti chiave, strettamente connessi tra loro: sostenibilità, innovazione, sicurezza e qualità. Affrontare queste tematiche, oggi, significa essere consapevoli di saper gestire in modo efficace ed efficiente il proprio progetto aziendale.
In questo contesto, come può essere definita la "qualità" nel settore agroalimentare? Il concetto può essere declinato in due aspetti principali, distinguendo:
1. Qualità di prodotto: riferita a caratteristiche qualitative particolari che differenziano un prodotto da un altro della stessa categoria;
2. Qualità di sistema: riferita in generale alla capacità del produttore, del trasformatore, del distributore o del rivenditore di produrre alimenti con caratteristiche tali da soddisfare, nel tempo, le aspettative dei clienti.
1. Quando un prodotto si può definire “di qualità”?
Il primo aspetto che viene preso in esame è quello tecnico di un prodotto, quindi legato alle sue caratteristiche intrinseche, ma si può fare riferimento anche alla qualità organolettica, igienico-sanitaria, “tipica” (che si riferisce all’origine del prodotto), qualità ambientale, tecnologica (relativo al processo di trasformazione), commerciale o ancora qualità etica. Le aziende scelgono di rendere percepibile al mercato il loro valore aggiunto attraverso l’autocertificazione o i marchi di qualità (come DOP, IGP, STG, per i vini anche DOC, DOCG, IGT).
Le norme UNI definiscono la qualità di un prodotto come “il grado con cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti”. Di conseguenza, si passa da un concetto soggettivo ad uno oggettivo, legato alla definizione di standard che consentono la soddisfazione del consumatore.
Per le aziende è fondamentale impegnarsi costantemente nel miglioramento dell’offerta e nell’analisi dei dati che riportano le nuove aspettative dei clienti, sempre più attenti a creare un legame con il brand.
2. Il tema della “qualità” non riguarda solo il prodotto ma anche i processi
Si fa riferimento all’efficacia e all’efficienza delle varie fasi di filiera, dalla coltivazione alla trasformazione alla conservazione e vendita. Un processo è di qualità quando riesce a raggiungere i suoi obiettivi, integrando nel modo migliore le risorse disponibili senza inefficienze e sprechi.
Anche in questo caso esistono delle certificazioni di sistema rilasciate da enti terzi indipendenti. Ci sono norme internazionali che dicono quali sono i requisiti che bisogna attuare; per esempio, per attuare un sistema di gestione della qualità c’è la norma ISO 9001:2015.
Puntare sulla qualità richiede l’attivazione di una serie di funzioni aziendali tutt’altro che banali: si parte con la definizione esatta delle proprietà del prodotto e di organizzazione dei processi, individuazione del target specifico di mercato, in modo da comprenderne bisogni ed esigenze precisi e individuare gli aspetti da evidenziare, quelli che creano il vantaggio competitivo.
Questa procedura è complessa e richiede competenze e capacità manageriali non sempre alla portata delle imprese che operano nel settore agroalimentare. Con Deeply Agrifood mettiamo insieme conoscenze sul campo e know how derivanti dall’attività di ricerca al fine di guidare le aziende nell’implementazione di strategie vincenti per lo sviluppo del business, migliorando la qualità percepita sul mercato.
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